Fabio Conci fu presidente FISI dal 1964 al 1970
LO SAPEVATE CHE…. Il Pool Sci Italia prese forma durante il mandato di presidente della Federazione Italiana Sport Invernali dell’ingegnere trentino Fabio Conci. Nella centenaria storia della Federazione Italiana Sport Invernali il Trentino ha avuto tre presidenti nazionali. Oltre a Pio Antonio Calliari, che è stato in carica un biennio nel dopo guerra, la figura dell’ingegner Fabio Conci, ha avuto un ruolo strategico nella crescita degli sport invernali. I suoi primi anni da dirigente sono stati alla guida del Comitato Trentino, nel quadriennio compreso fra il 1948 e il 1952, quindi dal 1964 al 1970 ha avuto l’onore di coordinare l’attività federale nazionale. Nel 1950, assieme a Pio Antonio Caliari, Aldo Ceri, Gian Giacomo Colombo, Rolly Marchi e Camillo Rusconi, Fabio Conci fu uno degli ideatori della gara simbolo dello sci alpino in Trentino: la 3Tre.
L’ingegnere e vivace imprenditore di Trento venne eletto presidente della Fisi il 5 luglio 1964 durante l’assemblea elettiva di Riva del Garda, seguendo a Piero Oneglio, e dopo aver interpretato nel migliore dei modi l’incarico di vicepresidente per dodici anni.
Fabio Conci ebbe il difficile compito di risollevare le sorti degli sport invernali azzurri, e in particolar modo lo sci alpino, che ai GOI di Innsbruck del 1964 uscì con le ossa rotte, visto che le uniche medaglie giunsero dal bob (un argento e due bronzi) e dallo slittino (bronzo). Anche se il mondo dello sport riesce a vivere pure con scarsi mezzi, perché sa sempre come ingegnarsi, per emerge ci vogliono risorse importanti. Così Conci inizia ad impegnarsi sul fronte economico, assieme al Consiglio federale. Nel Consiglio del 25 e 26 luglio a Ronzone (Tn) viene nominato Riccardo Platner alla direzione delle squadre agonistiche dello sci alpino. Poi l’ingegner trentino si adopera subito in prospettiva “finanze” proponendo stretta collaborazione con le aziende interessate al grande mondo della neve, nonostante il Coni non apprezzasse questa iniziativa. Dopo tanti incontri nel novembre 1965 consegna alla storia quella che fu fondata come “Associazione Amici dello Sci Azzurro”. L’anno successivo è tempo di campionati mondiali e, grazie alla riorganizzazione, giungono l’oro in slalom del gardenese Carletto Senoner a Portillo, mentre la staffetta con Giulio De Florian, Franco Nones, Gianfranco Stella e Franco Manfroi conquista un bronzo in terra norvegese. Il fiemmese Nones entrò poi nella storia ai Giochi Olimpici di Grenoble, centrando l’oro nella 30 km.
Concluso il quadriennio olimpico si torna alle urne e a Cesenatico, il 2 giugno 1968, Fabio Conci viene riconfermato alla presidenza Fisi. Il presidente non perde tempo e gioca subito una carta molto importante. Invita in Italia l’ex campione francese di discesa libera Jean Vuarnet (medaglia d’oro olimpica a Squaw Valley 1960), gli offre il posto di direttore tecnico dello sci alpino, fino ad allora occupato dal Ermanno Nogler. Gli chiede anche di impegnarsi nella ricerca di finanziamenti, sulla falsariga di quanto già stanno facendo in quegli anni francesi e svizzeri. L’Associazione Amici dello Sci Azzurro è trasformata in Pool Fornitori Atleti Azzurri Fisi e riunisce aziende diverse sotto lo stesso marchio a sostegno del mondo agonistico italiano. Conci capì, con molta chiarezza di idee, che era necessario stabilire nuove regole e nuovi rapporti per percorrere al meglio la complessità dei moderni scenari agonistici della neve, anche nella loro funzione di immagine per l’universo turismo e sport invernali, importante comparto per l’economica della montagna. Con i nuovi tecnici si lavora subito con metodi nuovi, si suddividono gli atleti in precisi gruppi di merito e si registrano con videotape tutte le sedute di allenamento. Il tecnico Mario Cotelli entra decisamente nelle simpatie di Vuarnet, diventa praticamente il suo vice e lo affianca nella costruzione della “Valanga Azzurra” e della “Valanga Rosa”. E fra i ragazzi che Vuarnet prende in esame anche Gustavo Thoeni, il resto è storia.
Dopo i mondiali del 1970 qualche turbolenza istituzionale e alcune incomprensioni con taluni consiglieri federali portano Conci a fare un atto di forza, in linea con il suo carattere. Amareggiato e seccato, prima le annuncia con una lettera, poi presenta le sue dimissioni al Consiglio Federale di Sirmione sul Garda. Alcuni pensano di respingerle, ma non riescono a coagulare una maggioranza sufficiente. All’assemblea elettiva di Parma, convocata dal 12 al 14 giugno 1970 è all’ordine del giorno anche l’elezione del nuovo presidente. Candidato di bandiera è il milanese Omero Vaghi, dirigente sportivo e da anni vicepresidente federale. All’ultima ora, prima dello scadere dei termini, Conci viene convinto a ripresentare la sua candidatura, ma a vincere è Vaghi, seppure per una manciata di voti in un’assemblea non priva di forti tensioni.
Conci torna così ad occuparsi della propria attività di progettazione, costruzione e immobiliare di Trento. L’ingegner Conci passa a migliore vita l’8 febbraio 2003.
Il figlio Lorenzo è attualmente presidente del Comitato Organizzatore della 3Tre di Campiglio ed è stato pure consigliere nazionale della Fisi.
Il terzo presidente trentino della Fisi è stato il generale della Finanza Carlo Valentino, rimasto al timone dal 1988 al 2000.